Lui & Lei

Il Pouf


di LussuriosoA
04.03.2022    |    198    |    0 8.0
"” Guardo il tuo viso appoggiato sul pouf..."
Siamo nel mio salotto, quello al piano di sopra, con il soffitto a spiovente.
Sei in ginocchio, a carponi sul grande pouf al centro della stanza.
Da quando sei stata bendata hai perso la cognizione del tempo e dello spazio. Ti domandi quanto è che stai così? - Cinque minuti? Forse dieci?
Nella stanza è piombato il silenzio.
Non sai dove sei, se sono accanto a te, se ti stai guardando.
Improvvisamente la voce rompe il silenzio.
"Divarica le gambe..."
Il sussulto che provi ti fa inarcare la schiena e spostare il viso dall’altro lato, per seguire l’angolo di provenienza della mia voce; per cercare ciecamente di vedermi.
Capisci che sono in piedi, all’ingresso della stanza.
"Aprile. Subito!"
Le ginocchia ti fanno male, tremano. Il contatto protratto con il pavimento le ha arrossate e il dolore inizia a farsi sentire.
Avanzo deciso verso di te; senti i miei passi. TI senti inebriata di quella sensazione di dolore mista a eccitazione e senza opporti ti appresti a spostare prima la gamba sinistra e poi la destra, divaricandole solo leggermente.
“Ho detto, Apri Le Gambe!”
Allontani quindi un pochino di più una gamba dall’altra, costringendo la schiena ad incurvarsi.
“Forse non mi hai sentito.”
“Ma io le ho...” - Sciak!
Prima ancora di lasciarti terminare la frase qualcosa ti colpisce rapidamente la natica destra, smorzando il fiato, impedendo al resto delle parole di uscire.
Un’intensa sensazione di bruciore si espande sulla tua pelle, facendoti ansimare e lamentare. Il colpo ti ha fatto affondare il viso sul cuscino per trattenere un urlo di dolore.
Senti l’oggetto che ti ha colpita appoggiarsi sulla tua pelle e iniziare a disegnare una lenta linea che
percorre il retro della tua coscia, dal basso verso l’altro.
Si sposta poi sull’altra gamba, per ripetere lo stesso percorso e poi allontanarsi nuovamente da te.
Senza che te ne rendessi conto ti accorgi di aver finalmente fatto scivolare le gambe, allargandole fino ad avere la schiena costretta in una profonda curva.
Il culo è in alto, offerto in direzione dell’oggetto che mi ha colpita, come un animale che offre il suo
sesso...
- Sciak!
Un altro colpo, più forte del primo, colpisce nuovamente la natica, provocandoti un dolore ancora più
intenso.
Appena senti l’urlo uscire dalla tua bocca affondi di nuovo il viso nel cuscino, lasciandoci tracce della tua saliva. Un fortissimo brivido scuote il tuo ventre, per lasciare posto ad una sensazione di grande calore.
La voglia è quella di ribellarsi contro il desiderio di provare nuovamente quel dolore.
Ma la verità è che vorresti chiederne ancora, urlarlo - Frustami, frustami ti prego!
Senza neanche averlo detto, un nuovo colpo si abbatte sull’altra natica, scuotendo fragorosamente il silenzio nella stanza, e ciò che prima erano bassi mugolii diventano un forte gemito urlato.
“Aaah cazzo!”
“Ti piace vero?”
“Mi hai fatto male, cazzo!”
“Sicura?”
Quella domanda ti fa realizzare che sei completamente bagnata... vorresti poter allungare una mano e

raggiungere il tuo sesso per sentire quanto, ma non puoi. I polsi sono stretti in un nastro, e le braccia tese di fronte al viso, appoggiate al pouf.
Con un lento movimento chiudi una delle gambe, e ricongiungendola all’altra senti chel’interno coscia è totalmente bagnato dai tuoi umori... caldi, viscidi, bagnati…
“Riaprile subito!”
- Sbam!
Altro colpo, questa volta una sul retro della coscia, poco sotto il culo.
Di nuovo quella sensazione di intenso dolore che propagandosi si trasforma in un calore che permea tutta la coscia.
“Ti prego…”
“Ti prego cosa?”
Riapri subito le gambe e con un lamento: “Ti prego entra dentro di me...”
Sento i miei passi muoversi nella stanza, verso di te.
Vedo le tue gambe divaricarsi fino al possibile, la schiena inarcata e il tuo culo che sale nel tentativo di arrivare quanto più possibile a me, al mio sesso.
Mi fermo davanti al tuo culo.
Appoggio il frustino lentamente sul tuo ano – offerto, ma non ancora aperto – per poi premere e provocarti un fortissimo fremito.
Vorresti che quell’oggetto scenda…
Neanche a chiederlo, così è. Con un tocco delicatissimo lo sposto sposta verso il basso.
Il suo movimento è fluido, perché la punta del frustino è totalmente inumidita dei tuoi umori, densi,
copiosi, che hanno ormai bagnato le cosce, e sembrano chiamare il mio grande cazzo in un lamento
disperato.
Mi metto al tuo fianco; mi accovaccio, in ginocchio.
Con una mano afferro i tuoi polsi inermi schiacciandoli verso il basso, e con l’altra ti afferro i capelli,
costringendoti a portare il viso indietro e piegarti faticosamente.
La posa scomoda ti fa schiudere le labbra... Impossibile lasciar sfuggire l’occasione.
Mi sporgo ancora di più verso di te e tiro con ancora più forza la tua testa indietro, facendo sì che i capelli finiscano tra le natiche, inumidendosi, rimanendo appiccicati alla tua carne vogliosa. Il viso rivolto al soffitto.
Lascio la presa dai polsi, afferro il mento e sputo dentro alla tua bocca aperta, per poi affondarci la lingua, le labbra e tutto il mio viso, bagnandoci tutta la faccia.
Sei bellissima così, ridotta così. Non resisto dal violentarti la bocca con la lingua e con le labbra.
E ti piace farti violentare da me. Più affondo dentro di te la lingua, più ti sento fremere e muovere il bacino voglioso.
Sempre più sofferente per il dolore e colta da una voglia irrefrenabile di sentirti penetrata, abbassi il culo per sederti sulle cosce, speranzosa di trovare qualcosa che il tuo sesso possa accogliere.
Ma non è ciò che voglio.
“Cosa pensi di fare?!”
Con un gesto fermo ti impedisco di sederti, affondando un sonoro schiaffo con le dita della mano sulle natiche, tirandoti nuovamente in alto il culo.
“Ho detto che devi stare a gambe aperte! Non ho ancora finito. Siamo solo all’inizio.”
Fai fatica a riportare il sedere in alto. Stremata dal pizzicore delle frustate e degli schiaffi, dal dolore alle ginocchia e da quella voglia di sentirti appagata dal mio cazzo duro e gonfio dentro di te. In bilico tra una richiesta di aiuto e di un ‘non ne ho mai abbastanza’.
Metto un palmo della mano caldo sotto al tuo ventre per aiutarti ad alzare nuovamente il culo, ti senti
Sollevata, ma solo fino al momento in cui ti senti scossa nuovamente da un fragoroso schiaffo sulla natica sinistra.
Ora sì che hai sentito tutta la mia pesante mano schiantarsi sulla tua pelle. Vedo il segno delle mie dita sul tuo corpo.
“Ahia, cazzo!” - esclami urlando.
“Ahia? Io non credo di averti fatto male... non ancora. Io qui vedo solo una ragazza carponi che sta colando di eccitazione.”
Mi alzo in piedi.
“Non vedo ‘ahia’, ma sento la voglia di riceverne ancora!”
Sei ancora a carponi sul pouf e con il culo a metà. Mi siedo sopra di te, sulla tua schiena, con il viso rivolto verso il tuo culo. Senti il rumore del frustìno che cade a terra.
“Ho detto…”
Sciak! Schiaffo sulla natica destra.
“Che devi…”
Sciak! Schiaffo sulla natica sinistra.
“Stare con il culo…”
Sciak! Schiaffo sulla natica destra.
“In alto! Cazzo!”
Sciak! Schiaffo sulla natica sinistra.
“Sì! Sì! Ecco! Ma basta, ti prego! Basta! Mi fai male!”
Ecco che ti impegni e sollevi il culo ormai rosso fuoco.
Ora è sollevato e aperto come piace a me! Riesco a vedere quell’ano che mi fa impazzire.
“Lo sai che mi piace il tuo ano e mi piace vederlo aperto. Lo sai, no?”
“Sì, lo so… lo so. È tuo. Te lo sto offrendo. Ti prego prendilo, ma basta schiaffi...”
Guardo il tuo viso appoggiato sul pouf. Ti vedo dolorante. Ti vedo eccitata. Ti vedo a bocca aperta che sbavi. E vedo anche una lacrima fare capolino dalla benda.
Ti afferro per i polsi e ti metto carponi per terra.
Sei in ginocchio posata sui polsi legati.
D’un tratto una pressione sull’ano.
È il frustino. Lo sto spingendo e ruotando sul tuo culo, ammirando come lentamente si apre eccitato!
In un attimo è sotto di te, e lo strofino sulla tua clitoride gonfia di voglia. Finalmente per te un attimo di sollievo, di piacere che si mescola a quella sensazione di bruciore; tra sofferenza e piacere...
Noto che ti mordi il labbro inferiore.
Allontano d’un tratto il frustino dalla tua clitoride.
Cominci a sentire di fronte a te il tuo odore. Lo senti, ma non vedi.
“Apri la bocca!”
Tu esegui.
“Senti quanto sei buona! Senti il dolore che hai provato!”
E ti metto in bocca la punta del frustino fradicia di te. La lecchi un po’… i tuoi umori in bocca… bianchi, densi, caldi, abbondanti.
“Tira fuori per bene la lingua!”
“Come desideri.”
È così tenendola fuori, senti la mia lingua calda passare sulla tua a raccoglierli. Buonissimi come
immaginavo.
In un attimo ti senti la lingua tra le mie labbra. Te la sto letteralmente succhiando.
Come mi stacco, senti la tua bocca riempirsi nuovamente della mia saliva. Ti sputo nuovamente in bocca. I tuoi umori, adesso, si mescolano alla mia saliva.
Ti afferro per il mento e ti porto la testa dietro, così che i tuoi capelli finiscano tra le tue gambe a bagnarsi dei tuoi umori!
Passo una mano tra le gambe così da spingerli bene sulla tua fica grondante e sul tuo culo.
Hai le punte fradicie. Ti giro violentemente sulla schiena! Se sdraiata adesso.
“Apri la bocca!!”
Tu esegui senza neanche fiatare e in un attimo ti ritrovi i tuoi capelli bagnati in bocca.
“Adesso succhiali e puliscili!”
“Tutto ciò che vuoi…” – mugoli.
Intanto senti rumori intorno al tuo viso.
Passa un minuto e ti sfilo i capelli dalla bocca. Intorno a te il silenzio…
La bocca aperta e il viso sporco di umori e saliva.
Poi d’un tratto senti qualcosa che ti bagna la fronte. È qualcosa di caldo. Poi niente.
Poi di nuovo lo senti ma sul naso. Cola, scende lentamente sulle tue labbra e lì continua a colare.
In automatico apri la bocca per accogliere quello che senti.
È caldo, è denso e il sapore ti fa impazzire. Senti che la cosa ti eccita che torni a bagnarti tra le gambe.
Riprendi a immaginare di sentirti penetrata, riempita, scopata, sbattuta e fottuta come desideri.
La scena di te sdraiata è meravigliosa.
Senti allora le mie dita vicino le tempie.
Ti sto sfilando la benda e ciò che vedi sono io in ginocchio sopra la tua testa, le mie palle sopra di te e il mio cazzo duro ed eccitato lungo tutto il tuo viso che sta colando precum nella tua bella bocca...
“Vuoi che entri dentro di te, vero?!”
Mi afferro le palle e le sbatto con violenza sul tuo viso, costringendoti a prenderle entrambe nella bocca.
La cosa ti eccita, tanto da volerne di più, tanto da afferrarmi il cazzo con una mano per premerlo contro il ventre per concentrarti solo sulle palle.
In preda al desiderio affondo nella tua bocca tutto ciò che puoi, succhi con voracità le palle umide spingendo il mento sul piccolo monte che porta all’ano.
Tale la tua voglia che con le mani ancora legate mi spingi verso di te, effettuando vortici violenti con la lingua, mentre copiosi rivoli di saliva escono dai lati della bocca per arrivare a rigarti il collo.
Mi sporgo indietro per afferrarti il culo, impastando le dita con le natiche, stringendole con un gesto di possesso della tua carne.
In preda al desiderio di essere penetrata un altro schiaffo si infrange sul tuo culo, facendoti uscire un urlo, e facendo crollare il tuo corpo.
Il bruciore è acuto e osservo con un sorriso soddisfatto il segno delle dita in contrasto con l’alone rosso che cerchia entrambe le natiche.
Ti afferro per i capelli, tirandoti la coda all’indietro, costringendoti a volgere il viso verso di me.
Una grande lacrima densa corona la mia cappella, e tu non resisti dal leccarla con la punta della lingua, per poi abbracciare con le labbra l’intera cappella, assaporando finalmente i miei umori.
Ti afferro da dietro la nuca ti spingi con forza il cazzo dentro la bocca, e tu, scossa dal desiderio, lo
accogli...
La tua saliva calda mi circonda, strabordando ogni volta che assesto un colpo dentro di te, sempre più in profondità, sempre più pesantemente.
Quando la punta della cappella sta per entrare nella gola vieni colta da un conato che ti fa interrompere, piegando involontariamente il viso in avanti, e portandoti una mano a coprire la bocca...
Ti divertito ed estasiato. In un attimo riaffondo senza pietà il cazzo dentro la tua bocca.
Adesso ti cingo la nuca con entrambe le mani, e ricomincio a muovere il bacino, prima piano, poi sempre più forte, sempre più in profondità... i rumori della cappella fradicia contro le pareti della tua bocca si mescolano a quelli della saliva e dei tuoi umori che colano e schizzano fuori ogni volta che spingo con violenza il cazzo dentro di te.
Il ritmo si fa più lento quando sento che sto per penetrare la gola…
La pressione sulla cappella è fortissima, ansimo in maniera animalesca, emettendo un profondo suono gutturale.
Con un colpo lento e pesantissimo affondo tutto il cazzo, facendolo sparire dentro di te. Tutto, fino alle palle, dalle quali ormai colano copiosi fili di bava, che ricoprono anche il tuo collo e il seno.
Sono tutto dentro di te, non riesci a muoverti. Così puoi solo subire Godi, eccitata dal sentirti soffocata dal mio cazzo ma tremi all’idea di non sapere come potresti reagire se decidessi di andare oltre.
E’ lì, in quella posizione che sento il desiderio di venire, di esploderti direttamente in gola, riempirla, allentare quella fortissima pressione che mi fa pulsare il cazzo fino allo sfinimento!
Ma non è ora il momento. Non ancora.
“Brava…”
Dopo aver dato un ultimo colpo, che spinge nuovamente le palle contro il tuo mento esco lentamente
dalla tua gola.
Con la mano ti asciughi la bava dal mento, per poi affondare la lingua nella tua bocca, ed abbandonarci ad un lungo, intenso bacio…
Le mie labbra ti cercano, la mia lingua ti desidera, i nostri respiri si uniscono...
“Meriti una ricompensa.”
La sensazione di poterti sentirti riempita me, io sopra di te, il corpo che ti sovrasta, ti eccitata oltre ogni limite.
Osservo compiaciuto il lago tra le tue gambe; ne posso sentire l’odore intenso…
Ti sfioro delicatamente il tuo sesso caldo, e le dita si bagnano completamente dei tuoi umori.
Mi ammiri mentre mi porto le dita alle labbra e con ferocia assaggio quel dolce miele.
Il sapore mi piace, mi eccita.
Ripeto la cosa, questa volta, però, portando le dita alle tue labbra, inumidendole.
Ripeto una terza volta il gesto, per poi infilare due dita colanti dentro la tua bocca, per poi affondarci la mia lingua, lasciando alle nostre bocche il tempo di godersi quell’intimo sapore, quel piacere viscido ed umido.
Ti desideri, e tu desideri me.
Ti afferro dal mento, e ti costringo a guardarmi...
A quel punto ti sciogli i polsi, anch’essi segnati da un solco rossastro nel punto in cui il nastro ha costretto i tupi movimenti.
Mentre continuiamo a fissarci negli occhi muovi lentamente i polsi per far circolare bene il sangue, e
distendere i tendini costretti.
Con una mano porto i polsi congiunti dietro la tua testa, scoprendo i seni, per poi inginocchiarmi di fronte a te per succhiarli avidamente...
Sorridi, eccitata, per il modo in cui ti lecco i capezzoli.
Siamo uno di fronte all’altro; continuo a baciarti, leccare e succhiare i capezzoli fino a quando con una mano mi sposto verso il basso. Dopo una breve carezza sul culo arrivo tra le tue gambe. Tra quelle labbra incandescenti e raggiungo finalmente la tua clitoride.
“Sei fradicia! La mia Troia...”
“Ti aspetto da tanto. Sono pronta.”
Desideri solo essere penetrata violentemente.
Infilo due dita dentro di te, e inizio a muoverle con violenza verso di te.
Il tuo corpo vacilla.
Ogni volta che le dita vanno avanti e indietro si sente il rumore dei tuoi umori che vengono schiacciati,
per poi fuoriuscire dalla fica… Grondi, un fiume in piena.

Mi sposto dietro di te, le mie mani percorrono la silhouette del corpo, dalle cosce fino al collo, dove si fermano, per stringere la presa e diminuire il respiro.
Chiudi gli occhi e ti abbandoni al piacere…
Una mano rimane ferma alla gola, l’altra invece ripercorre la schiena al contrario, per andare a finire sul tuo ano, per penetrarlo con le dita.
Il tuo corpo è scosso da tremori spasmodici.
Il desidero ora è necessità e non posso più resistere!
Io voglio fotterti di prepotenza e tu non desideri altro che sentire mio cazzo pulsare sperma dentro di te...
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